Viaggiando per l’Italia in moto, sempre più giù

17.02.19 07:11 PM Commenti Di Lorenzo

Scendendo verso Sud l'aria si è rinfrescata, ma il richiamo della piscina immersa negli ulivi e nel sole del mattino è troppo forte: al diavolo il roadbook, facciamoci un tuffo! Legare i bagagli sulle moto ha sempre quel misto di felicità per la partenza e dispiacere per dover lasciare un posto dove si è stati bene, ma oggi dobbiamo doppiare il nostro Capo di Buona Speranza ed iniziare la risalita verso terre settentrionali. La superstrada ci porta verso Norcia, prima a due corsie e poi lungo le belle provinciali appenniniche che tanto piacciono a noi motociclisti.  Passiamo Borgo Cerreto e scendiamo verso Norcia, dove ancora sono profondamente visibili i segni del sisma, segni che ci accompagneranno di lì per molti Km a cavallo tra Umbia e Marche.

La salita a Castelluccio è tanto bella da guidare, quanto spettacolare dal punto di vista paesaggistico, a mio parere su entrambi i fronti.

Il rifugio Perugia crollato per metà, poco prima dello scollino, rappresenta da solo tutto il dramma del terremoto. Ma il momento culminante è arrivare al parcheggio in cima al "passo" e stendere lo sguardo sulla piana di Castelluccio: pur essendo oltre la stagione di fioritura delle lenticchie, il colpo d'occhio rimane maestoso.

Acquistiamo alcuni prodotti tipici mentre il meteo ci suggerisce di levare le tende, scoprendo tra l'altro che la strada che avremmo dovuto percorrere per sconfinare nelle Marche è...chiusa per lavori. 

La ragazza delle lenticchie ci suggerisce un tour alternativo, che prevede però di tornare indietro parecchi chilometri e che ci farà scontrare con numerosi problemi di transito per via delle tante strade interne inagibili. Mixando mappa cartacea, GPS Garmin e un po' di esperienza riusciamo comunque a uscirne, ma nel frattempo il diluvio incombe e non ci resta che fermarci a mangiare pane e salame al riparo di un distributore abbandonato. Da Borgo Sant'Antonio a Fabriano la pioggia forte è compagna di viaggio costante, fino a poco prima di Cagli dove arriviamo stanchi, fradici ed affamati.

Lorenzo

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