MT-Series - Dolomiti Ride 2021 - Pt. 2

09.07.21 09:25 AM Commenti Di Lorenzo

L'anello dei passi

La base dell’evento è il Family Hotel XXXX di Fiera, dove si svolgeranno i briefing, le cene e i saluti, mentre alcuni di noi dormiranno al Belvedere, situato poco distante. L’aperitivo del venerdì sera apre ufficialmente il Dolomiti Ride 2021, dove vecchi amici si ritrovano e novellini come noi due possono prendere contatto con una realtà che appare piuttosto affiatata, nonostante le differenze di età, stile di guida e provenienza geografica. Siamo in una quarantina di moto e circa cinquanta partecipanti tra piloti e passeggere, ma l’atmosfera è da tipico raid motociclistico, senza gerarchie o “ruoli”, ma dove anzi può capitare che proprio noi due ultimi arrivati ci ritrovassimo a tavola insieme alla dirigenza del motoclub.

Ringraziamenti di rito e briefing di apertura chiudono la giornata, insieme alle direttive per l’evento vero e proprio, ovvero il tour organizzato per il sabato.




In testa, al centro o in coda?


Personalmente ho sempre avuto una certa avversione per i tour di gruppo, per una serie di motivi logistici che riassumerei nella difficoltà di trovare un ritmo unico per tutti, ancor di più se non si ragiona in termini di mappa unica e cancelli orari di passaggio, ma nell’ottica di muovere il gruppo “in blocco”. Il sole splende sulle Pale di San Martino quando arriviamo al Passo Rolle, primo valico di giornata ed i maestosi paesaggi dolomitici accompagnano la vista lungo i chilometri che ci portano verso Paneveggio e Falcade fino al lago di Alleghe con le sue acque color smeraldo e circondato da foreste di abeti. Ancora sono evidenti e forti i segni lasciati dal maltempo che, nel 2018, ha devastato queste zone del Nord Italia e che richiederanno decenni per essere mitigati.




Ogni tanto una pausa permette di ricompattare il gruppo, che tende tuttavia a sparpagliarsi non appena si riparte. Si tratta di un limite strutturale per questo tipo di eventi, ma che potrebbe essere mitigato con alcuni stratagemmi logistici. Il passo Staulanza e il Cibiana ci accompagnano verso il pranzo all’agriturismo Cornolade, da cui si può apprezzare il lago di Santa Croce nella sua intera estensione, in cui si specchiano le cime circostanti. I pasti sono sempre un momento di aggregazione e anche in questo caso, tra una crespella e l’altra, si parla di moto, di viaggi e di tecnica (c’è un nutrito gruppo di smanettoni).


Caldo torrido e stanchezza digestiva accompagnano il trasferimento in pianura fino alla base del passo San Boldo, che congiunge la Vallata Trevigiana con la Valbelluna e noto per la particolare conformazione della strada, che sale a tornanti strettissimi attraverso gallerie altrettanto impervie. L’opera di costruzione non fu affatto facile e si trascinò tra la presentazione del progetto originale nel 1914 da parte italiana e la conclusione dei lavori nel ’18 ad opera degli Austriaci che – nel frattempo – avevano riconquistato la zona dopo la disfatta di Caporetto.




Un piccolo ammutinamento pomeridiano va poi a separare il gruppo tra coloro che scelgono il rientro breve, passando per Padavena e la nota birreria e coloro che preferiscono un rientro più movimentato transitando, di nuovo, dal passo Brocon, ancora più bello per via dell’asfalto asciutto a differenza del giorno precedente. La cena in hotel verrà poi accompagnata dalla partita Italia – Austria, vinta dopo 120 minuti dagli azzurri e vissuta con grande entusiasmo da parte di tutto il gruppo.

Lorenzo

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