Dighe di Campo moro e Alpe Gera: che spettacolo col drone!

27.06.20 04:07 AM Commenti Di Lorenzo

Ci sono posti, in Lombardia, che ogni motociclista conosce bene e il Passo San Marco è uno di questi. Seppur meno spettacolare e famoso rispetto alle varie leggende come Stelvio, Gavia e Mortirolo, il San Marco rappresenta una sorta di mini-passo alpino. Tracciato e paesaggio sono degni dei "grandi", ma la posizione strategica tra Bergamo e la Valtellina lo rende facilmente e velocemente raggiungibile.Tuttavia il San Marco ha un problema...c'è sempre su troppa gente. E da quando ho il Tiger ho iniziato ad avere (cito testualmente il mio amico Jacopo) "una fisiologica intolleranza" a questo tipo di mete. 

Tuttavia era da tempo che non ci andavo e ci serviva scollinare in Valtella, quindi abbiamo fatto uno strappo alla regola. 



Passo San Marco dal drone La presenza di motociclisti della domenica è lampante, al punto che col Tiger e delle gomme 80/20 mi son trovato a sorpassare dalla disperazione, gente con Ninja 600 e CBR di varia fattura. Immagino che sia stato leggermente imbarazzante per loro, ma davvero non ce la facevo a star dietro a gente capace solo di sparare sui rettilinei e poi si impanica al primo accenno di curva. Almeno non avevo il tris di borse, in quel caso sì che sarebbe stato spiacevole...per loro. 

Il tempo di un sorvolo e poi via verso la destinazione originale, ovvero le dige di Campo Moro. Si tratta di un piacevolissimo itinerario che si dirama da una laterale della Valmalenco, facilmente raggiungibile salendo da Sondrio città. La strada si inerpica sinuosa e panoramica in una stretta vallata che si stringe sempre di più al salire della quota, tra foreste di larici e gallerie scavate a mano nella roccia, dove pavè bagnato e tratti semi-sterrati consigliano una guida attenta. L'ultimo tratto sale ripido e inerpicato lungo l'ultimo tratto della valle, in uno scenario che personalmente mi ha molto affascinato. 

Le curve sono strette e l'asfalto mezzo sfondato, cosa che non ha fatto esattamente impazzire i miei compagni di viaggio, ma che ha divertito parecchio il sottoscritto. In cima si arriva tramite un'ultima sequenza di gallerie con la strada che si apre a stacco prima sulla vallata e poi sul lago inferiore. 



Dopo un breve tratto nel bosco si arriva di fronte all'imponente diga principale, che chiude la vallata e domina dall'alto tutta la zona. L'impianto è stato realizzato tra il 1958 e il 1965  e le due parti sono situate rispettivamente a 2051 e 1996 metri di quota. Le due dighe raccolgono le acque di scioglimento dei ghiacciai di Fellaria e dello Scerscen, con una capienza complessiva di quasi 70 milioni di metri cubi di acqua. Il panorama, a mio parere, è a suo modo maestoso e il colpo d'occhio del drone aiuta a capirne l'imponenza. 

In cima sono presenti due ristori e diverse aree parcheggio piuttosto capienti in termini di veicoli. Sotto la diga è poi presente una vasta area pic-nic e una sequenza di strade sterrate ahimè chiuse al traffico, che si snodano attraverso una serie di interessanti opere di archeologia industriale.

Lorenzo

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